Nel fine settimana del 24 – 25 agosto si è svolta la 17ª edizione degli Esercizi Spirituali Comunitari Itineranti (ESCI) sul Cammino delle Dolomiti, con itinerario da Aune a Lamon, organizzata dalla consolidata Équipe diocesana che promuove questa iniziativa. Il gruppo dei 28 pellegrini era costituito in gran prevalenza da persone provenienti da diverse zone della provincia di Belluno, da altre province del Veneto (due da Treviso, uno da Vicenza) e da un “amico di pigna” della provincia di Brescia, con età compresa fra i 39 e gli 83 anni; cinque le coppie di sposi che hanno scelto di camminare assieme; tre i “nuovi” che hanno vissuto per la prima volta questa esperienza, quest’anno caratterizzata da uno stile più austero. Alcuni membri della comunità di adulti scout (MASCI) “Le dalmede” di Belluno-Feltre, hanno garantito l’aspetto logistico; don Augusto Antoniol, nato a Lamon e attuale direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale della Missione, ha accompagnato i pellegrini nelle due giornate di cammino, guidando le riflessioni centrate sulla figura del venerabile padre Romano Bottegal (1921 – 1978), originario di San Donato di Lamon.
Dopo il ritrovo a Feltre, sabato 24 agosto, di buon mattino, il gruppo si è trasferito in pulmino fino al ritrovo per la partenza, presso la chiesa di San Pietro e San Lorenzo ad Aune; qui sono stati accolti con un piccolo rinfresco da don Fabrizio Tessaro, parroco delle 5 parrocchie di Sovramonte. Nel momento introduttivo, in chiesa, i pellegrini sono stati salutati dal vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, che ha camminato con il gruppo per tutta la mattinata; sono pervenuti anche i saluti di Stefano Perale, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, che ha promosso e patrocinato l’iniziativa.
La prima parte del cammino si è svolta, prevalentemente in discesa, verso Servo, lungo la cosiddetta strada Cavallera, in presenza di altri 4 amici che si sono aggiunti alla comitiva; giunti a Servo, i pellegrini sono stati accolti dal suono di campane e, dopo un breve ristoro, si sono riuniti all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta; qui, dopo una breve spiegazione sull’affresco dell’Ultima cena con presenza di gamberi di fiume, don Augusto Antoniol ha proposto una prima riflessione, illustrando la figura di padre Romano Bottegal, delineata dai ricordi di chi l’aveva conosciuto: una forte vocazione eremitica, vissuta principalmente in Libano, con una vita ritmata da lavoro manuale e preghiera, tipica della regola monastica cistercense; una presenza che esprimeva, con la sua testimonianza di vita semplice, silenziosa e austera, una luminosità interiore, data dalla gioia dell’incontro con Dio.
Partiti da Servo, si è raggiunta in breve la chiesa di San Rocco, edificata per un voto contro la peste del 1631 dalle popolazioni riunite di Servo, Sorriva e Zorzoi; all’uscita di chiesa l’incontro con il sindaco di Sovramonte, Federico Dalla Torre che ha ricordato ai pellegrini tre punti: la ricorrenza degli 80 anni dall’incendio di Aune (11 agosto 1944) ad opera dai tedeschi; il recente lancio del Cammino retico, che nel percorso da Aune a Lamon, si sovrappone per lunghi tratti a una parte della tappa n.3 e alla Digressione C del Cammino delle Dolomiti; la prossima apertura (19 settembre 2024) del MUVAR, museo dedicato all’uomo della Val Rosna, cacciatore paleolitico. Ripreso il cammino si è quindi passati a fianco della sede del nuovo museo, presso le scuole elementari di Sorriva, giungendo poi alla chiesa di San Giorgio, in posizione dominante su un colle e ornata di splendidi affreschi; qui il parroco, don Fabrizio, ha piacevolmente illustrato la storia della “menestra de San Dordi”, la tradizionale ricorrenza che fin dal lontano 1631 viene celebrata ogni anno in ringraziamento per la fine della pestilenza. Dalla chiesa di San Giorgio ci si è spostati presso la pizzeria al Fogolar per la pausa pranzo, al termine del quale si è svolto un incontro con Aldo Villabruna. Il ricercatore ha raccontato la sua scoperta del riparo, nel 1987, con presenza di selci epigravettiane e dei successivi scavi archeologici che hanno permesso il ritrovamento della sepoltura dell’uomo della Val Rosna.
Il gruppo è quindi ripartito, sotto il sole della calda e limpida giornata, verso Zorzoi, passando poi per Bettola, percorrendo l’antica via di Schenèr, superando il torrente che percorre la Val Rosna e scendendo quindi in località Pont, da dove, passando per un breve tratto di galleria trafficata, si è giunti presso la passerella sul torrente Vanoi; qui, dopo un breve rinfresco, gentilmente predisposto da alcuni membri dell’Associazione amici di padre Romano Bottegal, il naturalista Cesare Lasen, che aveva camminato con il gruppo sin dal mattino, ha esposto le problematiche relative al progetto di costruzione di una diga sul torrente Vanoi: un tema di scottante attualità. È iniziata quindi la ripida salita, con zaino in spalla, fino a raggiungere il Maso Gai, dove, dopo la sistemazione per la notte, si è consumata la cena, preparata da alcuni membri dell’Associazione amici di padre Romano Bottegal che hanno in gestione questo luogo isolato di meditazione e preghiera. Dopo cena, al lume di candela, don Augusto Antoniol ha proposto una seconda riflessione sulla spiritualità di padre Romano, spiegando le modalità di integrazione fra azione e contemplazione che hanno caratterizzato la sua vita eremitica: uno stimolo, arricchito da alcuni ricordi della vita missionaria di don Augusto, che ha suscitato commenti e domande dei pellegrini. Enzo Giacomin, detto Gion, ha quindi presentato l’attività della sua associazione, prima della preghiera di conclusione dell’intensa giornata.
Al mattino di domenica 25 agosto, prima del sorgere del sole, il gruppo si è alzato e, dopo la colazione, è partito verso la località Bellotti, dove, presso la graziosa chiesetta dedicata a Maria, si è recitata la preghiera delle lodi, seguita dall’ultima riflessione sulla figura di padre Romano Bottegal, citando il suo “Cantico del silenzio” e sottileando i motivi per cui la vita di questo venerabile, pur difficilmente imitabile, merita di essere più conosciuta, anche nella sua terra natale. Si è quindi ripreso il cammino, sempre con zaino in spalla, passando per le località Marsanghi e Pugnai, proseguendo quindi lungo la Digressione C del Cammino delle Dolomiti, fino a giungere a Lamon, dove i pellegrini, assieme ad alcune altre persone che li hanno raggiunti, hanno partecipato alla Santa Messa della comunità parrocchiale.
Al termine della celebrazione, dopo la consueta foto di gruppo, passando a fianco della ex-chiesa di san Daniele profeta, la comitiva si è riunita presso la sede del Gruppo ANA di Lamon, per il pranzo, a cui è seguita la tradizionale consegna ai partecipanti della pigna di larice, simbolo del Cammino delle Dolomiti e di un libro su padre Romano Bottegal. Un ringraziamento per la preziosa collaborazione all’Associazione Amici di padre Romano Bottegal, agli Alpini di Lamon, al gruppo Anteas di Seren, all’Arcobaleno di Facen, all’Unitalsi di Belluno e alla parrocchia di Libano.
Due giorni ricchi di proposte e di stimoli che, nonostante la fatica, lasciano sguardi contenti e il desiderio di ritrovarsi l’anno venturo, per camminare nuovamente assieme.
Qui il libretto, qui il fotoracconto, qui il fotoalbum completo, qui le riflessioni su padre Romano Bottegal.